Si racconta che Santo Stefano fosse un bel giovane al servizio del re Erode.
La moglie di Erode, che era malvagia, aveva in mente di sedurre Stefano.
Ma lui la evitava. Infastidita iniziò a detestarlo aspettando l’occasione per vendicarsi.
Venne la Notte Santa e Stefano cantava ad alta voce nel palazzo:
Stasera, stasera, è la Notte Santa.
Non c’è stata e non ci sarà.
Stanotte, stanotte nasce un re.
Al di sopra tutti i re e anche del re Erode.
La moglie di Erode, che sentì Stefano cantare, corse subito dal marito e gli disse: «Il nostro Stefano la notte scorsa ha bevuto il tuo vino, e oggi non sa quello che dice». Erode si adirò molto e ordinò: «Trascinate Stefano nella grande foresta dove si trova il cavallo selvaggio. Molti ne ha già mangiati, mangerà anche il povero Stefano!»
I servi legarono Stefano senza indugi e lo portarono nella foresta. Ma quando il cavallo selvaggio arrivò al galoppo, Stefano sciolse la sua cintura d’oro e gliela gettò al collo e il cavallo fu domato. Stefano montò in groppa al cavallo e partì verso il castello di Erode. Una volta giunti alla meta, il potente nitrito del cavallo fece crollare metà del castello.
«Stefano è un mago» disse Erode «gettatelo nella fossa profonda piena di serpenti e vipere. Ne hanno già uccisi tanti e uccideranno anche il povero Stefano». E così fecero i servi ma serpenti e vipere non gli fecero alcun male. «Ora so che Stefano è davvero uno stregone» disse Erode «portatelo sul campo e lapidatelo a morte». I servi lo portano in un ampio campo e lo colpirono con le pietre fino ad ucciderlo.
Ma, nello stesso luogo in cui venne sepolto, la mattina dopo sorse una cappella a lui dedicata.
traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Monika Kropej, Roberto Dapit, Kole, kole, koledo, leto lepo mlado. Slovenske ljudske pripovedi ob letnih mejnikih, Didakta, 2010
nella foto: Santo Stefano di Jurj Šubič, chiesa di Štepanja vas, Ljubljana