« Grazie alla memoria della signora Liana Franzot, ricordiamo che la festa paesana del Patrono San Valentino si celebrava nella chiesetta dove ora c’è il cimitero e tutti i Sdraussinari e molti di Gradisca, Farra, San Martino e addirittura San Michele si riversavano in essa.
Il sito era come una perla incastonata tra i pendii carsici di questo delizioso paese dalle rive cespugliose, avvolto dall’odore di cipressi. Un piccolo campanile poggiava sul tetto del tempio religioso dedicato a San Valentino. Le due campane, con rintocchi lieti, chiamavano a raccolta i fedeli […].
San Valentino era molto venerato in paese, l’umile vescovo di Terni martirizzato dai romani, difendeva dall’epilessia, predicava l’amore tra i giovani e li esortava a convogliare a giuste nozze. In Sdraussina poi, molti si chiamavano con questo nome. Le ragazze di allora, con fiori sul capo preparavano biscotti a forma di cuore o ciambelle, che legate a dei fili, diventavano fragranti collane dal dolce sapore.
Il pane, prima della sua benedizione, era donato dal panificatore del paese, Guerrino Tommasin: ogni anno ceste di questo nobile alimento veniva sfornato per tutti i presenti. Era i suo modo per ringraziare il Santo protettore. E ancora oggi i suoi fimigli per il Santo Patrono offrono in dono il pane. Lungo il percorso si stendevano fiocchi e lunghi drappeggi color rosso, immagini che Liana ha mai cancellato e mentre squarcia il velo dei ricordi rivedo il suo sguardo lieto di fanciulla per tutto ciò che era bello, era nuovo e ricompensava il cuore. In quell’occasione tutti si vestivano a modo. Gli uomini con il cappello appoggiato sulle ventitre si sentivano importanti e la festa, valorizzata dall’incanto del posto, era sentita forse quanto quella di Pasqua.
Nonostante l’inevitabile trascorre del tempo e delle generazioni, attraverso i fuggenti spiragli della memoria, si manifesta il desiderio, per chi ha vissuto quei tempi, di tornare alle proprie radici. So che ora, da alcuni anni, il quattordici febbraio la gradevole fragranza delle colass è di nuovo tra noi. Questa è la miglior risposta che i Sdraussinari hanno saputo dare, forse aiutati dalla benefica immagine del Santo che agisce sui paesani. Non si può dissolvere e dimenticare quello che è stato, quello che è stato fatto! »
tratto da: Amleto Failutti Storie de Sdraussina (per non dimenticar), 2010
L’immagine che rappresenta l’antica chiesetta di San Valentino è di Giorgio Montini
foto di Aleksandra Devetak