Anno 1844.

Una fredda notte di novembre.
Nella gostilna arde pallida una luce di una candela quasi consumata. Al tavolo siede il poeta France Prešeren e intinge la penna nell’inchiostro. Lentamente le lettere prendono vita sulla carta. Mentre scrive lo interrompe una ragazzina con i vestiti strappati che gli chiede l’elemosina. «A chi scrivete? Io ho fame. Anche i miei fratellini e sorelline sono affamati. Vorrebbero mangiare del pane. Avete qualche soldino? » Chiede la bambina.

«Scrivo una poesia per gli Sloveni» Risponde Prešeren che con i pensieri è del tutto altrove.

«Signore, avete qualche soldino? » La ragazzina ripete la sua richiesta. «Non so. Forse c’è qualcosa in tasca. Aspetta, guardo». Il poeta rovista nelle tasche del suo pastrano e ad un tratto esclama allegramente: «Guarda, ho trovato l’ultimo! Prendi questo kreuzer! ». La ragazzina prende il denaro e, grata, lo saluta con la mano e poi scompare attraverso la porta della gostilna nella notte buia.

«France, scriverai ancora?» Chiede curioso un tale che siede vicino a lui. «Devo finire la poesia Il Brindisi» spiega Prešeren. «Che cosa scrivi? Di cosa parla Il Brindisi? » Curioso e non ancora soddisfatto.
«Da lungo tempo porto questa poesia nel cuore. In essa vorrei dire che tutte le genti in questo mondo dovrebbero vivere in pace e armonia. Che dovremmo essere orgogliosi di essere sloveni e di avere una lingua così unica. Con questo canto vorrei brindare al mio paese, che un giorno forse sorgerà. Spero che la mia poesia non venga troppo censurata». «Allora continua velocemente, prima che la candela si spenga».
«Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui, dovunque sorga il sole, la discordia sia bandita dal mondo, dove il connazionale sarà sempre libero e il confinante non sarà più nemico ma vicino» conclude la settima strofa della poesia di Prešeren, che di professione è avvocato e da molti anni desidera avere il proprio studio legale a Lubiana. Posa la penna e ammira soddisfatto la poesia che ha scritto. L’inchiostro sulle lettere è già quasi asciutto. 

La luce della candela si spegne come un lento tramonto. Fuori cade la prima neve.

traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Skrivnostni svet Slovenije
illustrazione: Rita Marizza