Era il 1360 e un pastore pascolava le pecore sul Lussari. Perse le pecore ed andò a cercarle. Le trovò che stavano inginocchiate presso un cespuglio di ginepro. Accanto vide un’immagine in legno della Madre di Dio. La prese e la portò al parroco di Camporosso/Žabnice. Ma il parroco non fece nulla e mise la statua in una stanza. Il pastore risalì di nuovo il monte. Il giorno dopo perse di nuovo le pecore e le trovò inginocchiate nello stesso punto e l’immagine della Madonna era nuovamente vicino alle pecore. Il pastore rimase bloccato dalla paura: «qui c’è qualcosa di soprannaturale» pensò. Ancora una volta portò giù l’immagine della Madonna e la rinchiuse in un armadio, affinché non lo considerassero uno sciocco. Il giorno dopo si svegliò torno sulla montagna e di nuovo trovò le pecore nello stresso posto, inginocchiate davanti all’immagine della Madonna. E, ancora una volta, la portà a valle ma questa volta la chiuse a chiave. E il giorno successivo l’immagine della Madonna era di nuovo sul monte.
Disse allora: « Qui c’è qualcosa che non va!» Inviò una lettera al Patriarca di Aquileia in cui descrisse l’accaduto e chiese cosa doveva fare. Il Patriarca rispose: « Certamente la Madre di Dio vuole rimanere lassù!» Costruirono quindi una piccola cappella e poi costruirono ancora e ancora fino a che la chiesetta divenne sempre più grande.
Ci furono poi le disgrazie. Una volta si abbatté su di essa il fulmine e la chiesa bruciò .
La gente iniziò a salire lassù in pellegrinaggio. Da ogni luogo vi si recavano a piedi e camminavano anche per nove giorni.
Poi ci fu la prima guerra mondiale. Lassù c’era il caposaldo austriaco, dall’altra parte c’era il caposaldo italiano. Sparavano in tal modo che tutto bruciò, anche le case. Portarono la Madonna a Camporosso e da Camporosso a Villacco/Beljak, Klagenfurt/Celovec, Maribor e così avanti. Poi, quando la guerra finì, nel 1921 la riportarono a Camporosso. Iniziarono a edificare una nuova chiesa che ancora si trova lassù. Le genti ripresero il pellegrinaggio a quella chiesa. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa rimase chiusa ai pellegrini ma in seguito i pellegrinaggi ripreseso ed è ancora così. Ora c’è la funivia ma un tempo bisognava salire a piedi.
traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Monika Kapej, Roberto Dapit, “Stoji stoji tam beli grad” . Slovenske ljudske pripovedi o naseljih, naravnih znamenitostih, cerkvah in gradovih – Racconti popolari sloveni di villaggi, bellezze naturali, chiese e castelli, Casa Editrice Didakta, 2013
La lunetta è opera del pittore sloveno Tone Kralj e si trova sulla parete destra nella chiesa di Monte Lussari.