In tempi antichi, nel castello di Duino, viveva un malvagio cavaliere che disprezzava la sua consorte amabile e virtuosa. Lei gli perdonava tutte le offese nella speranza di ammorbidire il suo cuore con parole affettuose.
Ma alla fine l’uomo si stancò così tanto della moglie che volle eliminarla dal mondo. Una sera la attrasse su una stretta roccia sotto le mura del castello, per spingerla da lì nel mare. La donna spaventata volse gli occhi al cielo e urlò ma il grido le si spense in gola e alla fine ammutolì. Nel suo grande dolore rimase pietrificata.
Da quel giorno, durante la notte nel tempo degli spiriti, il miraggio bianco si separa dalla sua immagine di pietra e comincia a vagare per il castello. Per tre volte appare e per tre volte scompare nelle buie sale del castello. Si inoltra attraverso porte chiuse a chiave e avanza lentamente fino a quando non trova la culla in cui dormiva suo figlio.
Lì la bianca dama indugia in profondo silenzio fino all’alba quando, sospirando, abbandona il luogo e si lascia nuovamente scivolare sulla roccia dove, per il dolore, ridiventa pietra.
Altri ancora raccontano come ogni notte, un candeliere con le candele accese, vaghi attraverso le stanze del castello. Lo porta la dama bianca e, mentre avanza invisibile nelle stanze, le porte si aprono da sole.
traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Monika Kapej, Roberto Dapit, “Stoji stoji tam beli grad” . Slovenske ljudske pripovedi o naseljih, naravnih znamenitostih, cerkvah in gradovih – Racconti popolari sloveni di villaggi, bellezze naturali, chiese e castelli, Casa Editrice Didakta, 2013
Illustrazione di Rita Marizza