Cento e cento anni fa, nella valle dell’Isonzo, sotto il Polovnik, sorgevano folti boschi di faggi. Sulla riva del fiume, si trovava una povera capanna dove abitavano un padre con il suo figlioletto. Ogni giorno il ragazzino pascolava le pecore sui pascoli vicino alla casa in cui viveva. Un giorno il bambino si addentrò nel bosco oscuro. Attraversando la foresta giunse a un ruscello e sulla sua riva gli apparve un pesciolino che si agitava perché non poteva raggiungere l’acqua. Il bambino provò compassione per il pesciolino. Lo prese e lo lanciò nell’acqua. Il pesciolino si trasformò in una bellissima fata. Lei si avvicinò al pastorello stupito e gli chiese: «Cosa desideri come ricompensa? Mi hai salvato la vita!» «Sii così buona da indicarmi la via per uscire dal bosco!»
La fata accompagnò il piccolo pastore proprio fino a casa. Sulla porta il ragazzino desiderò ringraziare la buona fanciulla ma quando si voltò non la vide da nessuna parte. Senza lasciare traccia lei era sparita ma il pastorello vide che il bastone da pastore che teneva in mano, si era trasformato in oro puro.
traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Najlepši slovenski miti in legende, izbrali Dušica Kunaver in Brigita Lipovšek, Mladinska knjiga, Ljubljana: 2005
immagine: Rita Marizza