Sdraussina, stretta fra l’Isonzo e il Carso, è stata divisa, tagliata, dalla ferrovia, dalla strada Gorizia – Monfalcone, dalla roja…
I numerosi sottopassaggi – fra Peteano e Sagrado ne contiamo almeno 7 – hanno permesso a persone, animali con carri, di accedere facilmente alla strada principale e alle fonti d’acqua in periodi di siccità; mentre i piccoli ponti permettevano di attraversare il canale, la “Roja” per accedere alla via che portava a Gradisca o all’Isonzo per abbeverare il bestiame.
Questi ponti, fatti di pietra perfettamente sagomata, realizzati dagli scalpellini locali, sono lì da oltre cent’anni e crediamo debbano essere salvaguardati e valorizzati, così come tutte le altre testimonianze che sono state illustrate durante la passeggiata ” Il Bosco nell’Acqua. Quattro passi tra storie e memorie di Sdraussina” tenutasi il 2 ottobre 2021; l’iniziativa è stata promossa dal Circolo Culturale di Sdraussina, in collaborazione con iI Comune di Sagrado e le Associazioni del Territorio, capofila I Ferai de la Rosta.
Uno dei ponticelli, gettato sulla roja, collega la Via 2 Giugno alla strada provinciale che porta verso Sagrado. È in pietra e mattoni ed è ritornato alla luce grazie ai lavori eseguiti ultimamente lungo il canale e i suoi argini.
L’abbiamo fotografato, prima che la vegetazione lo inghiotta di nuovo. Sarebbe bello valorizzarli questi piccoli ponti (ce ne sono tre), non permettendo a sterpi e boscaglia di nascondere il risultato delle fatiche dei nostri nonni.
Forse, oggi, non ci si rende conto di quanto lavoro sia stato necessario per realizzare l’impresa idrica che va dalla piccola rosta verso Peteano e il vecchio macello di Sagrado.

 

testo di Aleksandra Devetak
foto di Aleksandra Devetak