Dal corso di sloveno del Circolo Culturale di Sdraussina un esercizio diverso: abbiamo scelto due poesie di Celso Macor che testimoniano il suo amore per questa terra, ricca dell’ incrocio di lingue e culture che il poeta Jurij Paljk ha tradotto in sloveno.
Dallo sloveno, confrontando con l’originale friulano, le abbiamo tradotte in italiano.
Traduzione della traduzione, quindi, con attenzione al testo originale. Ecco le tre versioni.
Conosci il mio paese?
Il mio paese,
ogni casa una stalla,
e campi e campi
e boschetti di acacie
per il buon profumo d’estate.
E tutto è colmo d’ombre
che giungono dal tempo dei sogni.
Il mio paese è sogno.
Nasce, luce e canto,
quando cala il buio.
Poznaš mojo vas?
Moja vas,
vsaka hiša en hlev,
in njive in njive
in gozdiči akaciji
za prijetno vonjav poletja.
In vse je polno senc,
ki prihajajo iz časa sanj.
Moja vas je sanja.
Rodi se, luč in pesem,
Ko pade tema.
Satu ‘l me paìs?
Al me paìs
ogni ciasa una stala
e ciamps e ciamps
e boschetis di agazza
pal nasabon dal instat.
El dut ‘l è fodrat di olmis
ch’ a vègnin dal timp dai suns.
Al me paìs ‘l è un sun.
Al nas, lusôr e ciant,
quan’ che ‘l è scur.
traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
da: Jurij Paljk (a cura di), Cui ciantaraja dopo di me? Kdo bo pel za menoj, Gorizia, 1999
Celso Macor (1925-1998) poeta, scrittore, giornalista. Uomo di confine e di dialogo arricchi di riflessioni e prospettive la vita culturale e politica del territorio goriziano attraverso i suoi scritti e la sua presenza.
foto: Aleksandra Devetak