“O Marie o dulce sante
esaustì la me orazion
nel content te traversie
concedemit protezion
A la me puare preiere
sovignit sant’Avocat
fa le deghe di Marie
o Vo Sant’Antoni abat”
Giuseppe Ferdinando Del Torre, 1857
Le origini della cappelletta (Glesjute di Sant’Antoni) risalgono forse al XVIII secolo (1760?), quando essa sarebbe stata costruita in seguito a un’epidemia. È infatti dedicata al protettore degli animali domestici e del mondo rurale. Probabilmente fu rimaneggiata nelle forme architettoniche nel secolo successivo, come dicono gli archi di stile neo-gotico. L’interno presenta diversi dipinti: sulla parete di fronte si vede Sant’Antonio Abate, con l’immancabile maiale, altri animali e contadini, che implora la Vergine nei pressi del paese di Romans; sulle pareti laterali San Nicola Vescovo (a sinistra) e San Giorgio (a destra). La preghiera in friulano è opera dell’illustre Giuseppe Ferdinando del Torre, farmacista, letterato, figura molto attiva in diversi ambiti della società isontina, appartenente alla famiglia proprietaria della vicina casa padronale. Sulla parete opposta si legge invece un’iscrizione a memoria di un rinnovamento del voto, del 1934.
Da sempre la comunità locale si occupa della sua conservazione. Al 1985 risale un intervento più importante: la pulitura delle opere interne da parte della Pro Loco, il restauro del dipinto principale a cura di F. Delpin, il consolidamento delle parti murarie da parte di volontari e la sistemazione urbanistica a cura del Comune di Romans d’Isonzo.
Nel giorno del Santo (17 gennaio) si tiene annualmente la benedizione degli animali.
Edicole votive nella pietà popolare dell’Isontino – Ljudska pobožna znamenja v Posočju
Mostra fotografica realizzata nel 2021 con le foto dei fotografi del gruppo Isonzo fiume d’Europa – Soča evropska reka grazie alla collaborazione tra I Ferai de la Rosta, il Circolo Culturale di Sdraussina, l’Associazione Pro Senectute di Sagrado, l’AUSER , l’Associazione Culturale Bisiaca e il Comune di Sagrado.
Cappella di S. Antonio Abate – Romans d’Isonzo (Gorizia)
scheda di Paola Tomasella
foto Aristide Visintin