Oggi, 21 gennaio, ricorre il secondo anniversario della morte di JOLKA MILIČ, ambasciatrice di pace attraverso la poesia.

Traduttrice, poetessa slovena, Jolka era nata a Sežana il 5 febbraio 1926, anno della morte di Srečko Kosovel. Del poeta del Carso è stata la traduttrice. Ha tradotto, con grande passione e sensibilità le sue poesie facendolo conoscere al pubblico italiano e non solo. Grazie a lei il poeta è entrato profondamente nei nostri cuori.

Nel 1996, in occasione dell’assegnazione del Premio Kosovel, promosso dal Consorzio Culturale del Monfalconese, dove Jolka Milič vinse il primo premio per la traduzione della silloge “Botticelli” di Ivo Svetina, Celso Macor così salutò i traduttori:
(…)
“Che cosa sapremmo, noi, educati in italiano della poesia di Srečko Kosovel cui è così giustamente intitolato questo premio, questo Kosovel scoperto postumo, come Carlo Michelstaedter, che la folgore della morte ha stroncato poco più che ventenni? Questo Kosovel cantore di un Carso percosso dalla bora, simbolo e metafora; profeta della tragedia della seconda guerra in Europa, poeta europeo ancora oggi così sconosciuto.
Per questo va detto un grazie a voi, traduttori, a voi uomini di pace, che andate alla ricerca del sentimento che accomuna i popoli, voi che, più d’altri penetrate il mistero, l’incanto, la magia della parola: il Verbo, il Logos, la Sapienza; qui soprattutto, sull’Isonzo, su questo infinitamente tormentato fiume, simbolo altissimo della convivenza, del legame che stringe chiamando intorno a sé piccole etnie – sloveni, friulani, bisiachi, significative espressioni dei grandi filoni culturali europei, questo fiume che attraversa una terra che è un dono della natura, del Creatore, con il suo universo di Alpi, di boschi, di colli d’uva, di pianura fertile, di Carso, di mare; in una pluralità di lingue ed in una comunanza di destino, passato e futuro…”(…)

Al Corso di sloveno del Circolo Culturale di Sdraussina l ‘abbiamo ricordata traducendo una sua struggente poesia, dedicata al marito Ivan Varl, pittore, poeta e scrittore, morto a soli 56 anni.

(Alla maniera di Borges)
OGGETTI
Pennelli, tavolozza, tele, cavalletti,
astuccio con chiavi, porta e serratura,
gli ultimi appunti che non leggeranno la manciata di giorni
che ci rimangono ancora, colori, cornici, righelli,
un libro, fra le cui pagine appassita
una violetta, certamente in ricordo
di una sera memorabile e già dimenticata,
lo specchio tondo alla parete, in cui risplende
un’alba immaginaria… Oh, quante cose –
il tavolo, monete, atlanti, calici, chiodi, occhiali –
ci servono, come schiavi silenziosi ,
ciecamente e sorprendentemente muti!
Vivranno oltre il nostro oblio.
Non sapranno mai che ce ne siamo andati.
Post scriptum:
Che peccato, che tu non sia fra noi, Janez.
Fra tutti noi… fra tanti amici.
Jolka

Nella foto Jolka Milič, in occasione di un incontro nella Biblioteka “Srečko Kosovel” di Sežana, organizzato dal Circolo Culturale di Sdraussina.
Aleksandra Devetak