Alcuni di questi antichi e nuovi fiori, dal giardino delle poesie slovene femminili, sono umili, altri rigogliosi, gli uni sfioriti, altri in piena infiorescenza. Insieme essi formano il variopinto cespuglio della lirica delle poetesse slovene.
Dalla raccolta Lirika slovenskih pesnic, Mladinska knjiga, Ljubljana 1985, a cura di Severin Šali

A SREČKO KOSOVEL

Il vento canta la sera tra i pini,
che i tuoi occhi hanno amato,
sole son rimaste le bianche lande.

Le rugiade di maggio,
che come lacrime si posavano
sul verde ginepro nella notte,
non fremono più ai tuoi passi.

Sussurra il vento tra i pini la sera –
muti i suoni della tua lira spezzata.

La luminosa notte accende sciami di stelle,
che i tuoi occhi hanno amato,
sole sono rimaste le bianche lande.

 

SREČKU KOSOVELU

Pod večere veter v borih poje,
ki ljubile so oči jih tvoje,
bele gmajne same so ostale.

Rose majske, ki so v noči pale
kakor solze na zeleno brinje,
ne drhte od tvoje več stopinje.

Poje veter v borih pod večere –
mrtvi zvoki tvoje strte lire.

Svetla noč utrinja zvezdne roje,
ki ljubile so oči jih tvoje,
bele gmajne same so ostale.

Maksa Samsa nacque a Doljni Zemon (Ilirska Bistrica) il 12 ottobre del 1904, lo stesso anno in cui nacque il poeta Srečko Kosovel. I due giovani si conobbero, fecero amicizia e mantennero una proficua corrispondenza. Kosovel fu il suo mentore, da lui Maksa voleva imparare a scrivere poesia. Fu proprio grazie all’interessamento del poeta che vide la luce la prima raccolta di liriche di Maksa: Nekaj pesmi – Alcune liriche, edita a Trieste nel 1934.

Maksa conseguì, con il nome di Massimiliana, il diploma di maestra elementare agli ultimi esami di matura in lingua slovena, svoltisi a Tolmino, nel 1923. Pubblicò le sue poesie in diversi periodici sloveni.

Una donna libera, mai prona, autonoma. I suoi versi parlano delle stagioni, degli splendidi luoghi che circondano la sua casa, i prati, la buia e misteriosa pineta, l’amore e la morte e ci richiamano ai poeti della Moderna, Dragotin Kette e Josip Murn. Maksa visse una vita in solitudine e senza gioia – lo cogliamo nelle sue poesie, tristi e spesso cupe: Ho vissuto per la poesia ma ciò che essa mi ha dato lo posso contenere in un fagotto.
Il dolore per la morte di Srečko Kosovel, l’amore non corrisposto della sua vita, prorompe struggente nella poesia a lui dedicata: Srečku Kosovelu – A Srečko Kosovel.

La poetessa annegò nel fiume Reka, che scorre presso la sua casa, il 18 marzo del 1971. Il 18 marzo: giorno della nascita di  Sečko Kosovel. E non è forse un caso, se Maksa scelse proprio il 18 marzo per lasciarsi andare dentro quel fiume che numerose volte aveva attraversato e le cui acque, quel giorno, scorrevano tranquille. Ad Ilirska Bistrica la Biblioteca porta il suo nome.

traduzione a cura del Corso di Lingua e Cultura Slovena del Circolo Culturale di Sdraussina coordinato da Aleksandra Devetak
percorso Liriche delle poetesse slovene
da Lirika slovenskih pesnic, Mladinska knjiga, Ljubljana 1985, a cura di Severin Šali
fotografia Pier Luigi Lodi
testi Aleksandra Devetak